In quegli anni mio nonno Mario Orzi
iniziò a lavorare come garzone di bottega presso lo studio fotografico Coen di Fidenza.
Negli anni '40 aprì il proprio esercizio, coadiuvato nel dopoguerra dal socio Piero Pedretti e dalle figlie;
fino alla chiusura alla fine degli anni '70 fu un punto di riferimento per la fotografia a Fidenza;
sue le immagini più note del bombardamento della città nel 1944, della ricostruzione, del Duomo.
Gli furono anche dedicate una guida alla Cattedrale e dieci edizioni di un concorso fotografico cittadino.
Da lui, e da mia mamma che ne seguì le orme insieme a mia zia, ho appreso i primi segreti della fotografia,
a capirne la poesia e la tecnica; ho appreso da lui la passione per la Leica a telemetro (quando fotografo
per me spesso uso la sua Leica M2 del 1964...), e sopratutto il linguaggio connesso alla fotografia a telemetro,
che richiede di essere immersi nell'azione che si sta riprendendo, in omaggio al famoso adagio di Robert Capa
"se le tue fotografie non sono abbastanza buone è perchè non sei andato abbastanza vicino...).
Oggi frequento mostre, mi confronto con colleghi di tutta Italia e talvolta stranieri, sfrutto ogni occasione per
mantenermi aggiornato sulle tecniche e i linguaggi in continua trasformazione