Nikon DF, un ritorno al passato: inutile?
Uso Nikon da più di 20 anni e, anche se qualche volta l’ho tradita con la mia amata Leica, il nostro rimane un rapporto molto solido: trovo in Nikon quella concretezza, quella capacità di interpretare le esigenze del fotografo, quella coerenza tra i vari modelli che me l’hanno sempre fatta preferire ad altri marchi, fin da quando approdai alla casa gialla deluso dalla scelta di Canon di puntare tutto sull’autofocus e sull’elettronica, lasciando morire quello splendido sistema che fu il Canon FD.
Avevo la necessità (non solo psicologica, un paio di volte è stata una benedizione) di sapere che una macchina meccanica come la FM2 in fondo alla borsa c’era, sempre pronta a fare il proprio lavoro in caso di necessità.
Oggi però Nikon propone un prodotto come la DF, che per me rappresenta una delusione assoluta, in quanto arriva non con anni ma con decenni di ritardo (non vorrei sbagliare ma l’unica AF con la ghiera dei tempi fu la F4) e noi che speravamo di poterla avere anche sulle macchine più moderne abbiamo dovuto abituarci ai tastini e alle ghiere di selezione.
Nikon fa una macchina con un sensore straordinario ma senza video, la ghiera dei tempi dove dovrebbe essere ma nessun flash incorporato, il pulsante di scatto filettato ma niente schermo intercambiabile, il filtro cross screen ma nessuna ottimizzazione/curva film-style, specie per il BN, il live view ma nessun portabatteria supplementare, lo scatto silenzioso ma l’uso di una singola scheda SD, lo schermo da 3,2″ ma la connessione USB2, in una fiera della schizofrenia progettuale che gli utenti Nikon non meritano.
Sembra una Contax.
Se il target del progetto erano i petrolieri russi (legittimo) allora bastava incastonare un paio di brillanti in una compatta dotata di uno degli ultimi sensori usciti.
Ah, e ancora una volta l’erede della D700 non c’è.